7 Marzo 2025
𝐋𝐞 𝐦𝐢𝐦𝐨𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐨!
Siamo alle porte dell’8 marzo e della Giornata internazionale della donna…comunemente definita Festa della donna.
Ancora nel 2025 ci sono persone che pensano in modo sminuente che la donna abbia bisogno di essere “festeggiata” attraverso una giornata per affermare il fatto di determinare la sua posizione. Possibile che non sia ancora chiaro che invece questa giornata, come altre giornate rappresentative di valori e temi legati all’abbattimento di barriere culturali, serve da monito per ri-affermare pensieri, conquiste sociali, economiche e politiche, ricordare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora protagoniste e vittime in tutto il mondo, mantenere l’attenzione su argomenti ancora aperti?
Il percorso di autodeterminazione delle donne e della loro posizione nella società ha costruito la storia di questo paese ma purtroppo siamo ancora di fronte alla recrudescenza della cultura maschilista e patriarcale e in alcune aree geografiche la cronaca ci porta in casa racconti di episodi raccapriccianti.
C’è bisogno di affermare l’importanza dei diritti delle donne, di ricordarli, di ri-sancirli.
Le mimose non bastano!
Quello della parità non può essere solo un “problema delle donne”.
Quello della parità non è solo “un argomento di genere”.
Al di là della retorica, dei pink-washing e delle iniziative a sostegno, ci sono ancora fatti che scuotono l’opinione pubblica, che ripercorrono come siamo arrivati ad oggi e ci ricordano l’importanza di perseguire nell’obiettivo di insegnare ai bambini e alle bambine la cultura del rispetto della parità, della donna, della giovane donna, della donna anziana, della donna mamma e della donna NON mamma, della donna disabile e della donna manager.
L’Italia è ai primi posti nel mondo per gender pay gap e per incidenza del lavoro povero e precario; il lavoro di cura è ancora tutto scaricato sulle donne.
Le Leadership femminili, le Governance aziendali, la disparità salariale…abbiamo risolto tutto questo? Abbiamo concluso e reso paritario il trattamento sociale, politico, lavorativo e civile della donna? Ancora no.
Siamo circondati da un’ambivalenza sorda della nostra società che da una parte trasmette valori di parità intesi come inclusione e spazio di condivisione, dall’altra esercita e non risolve le differenze e le competitività prestazionali di genere.
Molto è stato fatto, va certamente riconosciuto. Saremo davvero giunti al cambiamento culturale quando a parlare di tutto questo non saranno le donne, ma gli uomini? Forse sì….Possiamo convenire che queste tematiche speriamo però poco divisive! siano rumorose, scuotano ancora e portino alla costruzione di una riflessione positiva, dignitosa e rispettabile senza bisogno di doverlo sempre ricordare.
Di sicuro dobbiamo continuare a parlarne, dobbiamo continuare a fare rumore, dobbiamo perseguire nel coinvolgimento dei giovani e dei giovani cooperatori e cooperatrici, dobbiamo continuare a fare insieme.
Il NOI rimane sempre il pronome senza genere più inclusivo che conosciamo!
Per Il Consiglio di Amministrazione di Seacoop
La Vicepresidente Francesca Assente
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